Da mesi cerchiamo di ricostruire le tessere di questo grande mosaico. Abbiamo iniziato con l’incontro di Arese il 10.11.2019, proseguito con l’accesso al laboratorio di Varsavia, con la partecipazione al processo di Ginevra, con la visita al laboratorio vuoto ed abbandonato di Plan de Ouates della Cryo Save e con tutto quello che è stato fatto in questi mesi.
Ci siamo sempre mossi nella convizione che prima di arrivare alle “conclusioni” sia necessario valutare tutte le premesse, vedere e studiare i documenti. Abbiamo sempre coltivato la ferma convinzione che il dialogo ed il civile confronto rappresentino elementi fondamentali per poter ricostruire quanto accaduto e trovare una reale e concreta soluzione a questa vicenda.
In questi mesi abbiamo cercato di recuperare notizie in merito a tutte le cellule che erano state affidate alla Cryo Save.
In parte le abbiamo ritrovate in Polonia, ma una parte mancavano all’appello poichè erano state lasciate presso il laboratorio di Ginevra. Di queste, per mesi, nessuno ha avuto notizie.
In questi mesi abbiamo recuperato documenti in grado di confermare che il sangue di molti nuovi nati a partire dal giugno 2019 non era mai arrivato in Svizzera.
Siamo stati noi a far emergere – a livello europeo – che parte di quel sangue e quelle cellule a suo tempo affidate a cryo Save potevano essere state trasferite in Portogallo.
Tuttavia mancava una conferma.
Tale conferma l’abbiamo ottenuta nel mese di febbraio 2020 proprio dal CEO di Cryo Save durante il procedimento in corso a Ginevra.
Le cellule sarebbero state inviate in Portogallo presso la società Biosckin in forza di un contratto di back up stipulato tra CRYO SAVE AG, IMEDTECH e Biosckin.
Da informazioni attendibili che abbiamo raccolt, la società portoghese avrebbe ricevuto i campioni di sangue estratto dal cordone ombelicale a partire dai primi giorni di giugno 2019.
Periodo in cui probabilmente il laboratorio di Cryo Save era arrivato al suo drammatico ed irreversibile capolinea e magari privo del materiale di consumo necessario per garantire la qualità dei campioni.
La nostra finalità non è quella di creare confusione ma risolvere un problema oggettivo relativo al passato, al presente ed al futuro delle cellule dei nostri figli.
Non abbiamo intenzione di intentare cause che, se basate su conclusioni non fondare da solide premesse e valutazioni, porterebbero prevedibilmente solo a inutili costi senza alcun risultato concreto e tangibile.
Quello che cerchiamo di fare, fin dal primo giorno, è capire, comprendere e poi trovare reali soluzioni. Nessuna esclusa. Prima di arrivare alle conclusioni, occorre conoscere le premesse.
E questo nella disarmante consapevolezza che le istituzioni latitano, si sono disinteressate e non hanno alcuna intenzione di intervenire. Per questo ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo iniziato questo cammino ed abbiamo fatto quello che nessuno ha voluto (o saputo) fare.
Grazie al modus operandi, basato sulla concrettezza e la razionalità, siamo stati probabilmente percepiti come interlocutori seri e decisi con cui poter dialogare e confrontarsi in modo serio, pacato e preciso.
In questi ultimi giorni siamo stati contattati dalla società Portoghese la quale si è resa disponibile a riceverci presso il suo laboratorio. E questo al fine di poter fare chiarezza in merito ai campioni trasferiti presso il loro laboratorio.
L’accesso al laboratorio del portogallo sarà indubbiamente un momento importante.
Invitiamo pertanto tutti i genitori, i cui figli sono nati a partire da Giugno 2019, a voler inviare una mail a portogallo@genitoristaminali.it
Se questi genitori vorranno, andremo nel laboratorio vicimo a Porto anche per cercare specifiche notizie in merito al sangue ed al campioni dei loro figli.
Noi non ci fermiamo, avevamo promesso che avremmo trovato tutte le cellule e oggi andiamo avanti per renderlo possibile.
Terremo aggiornati tutti i genitori europei sull’esito dell’incontro e ringraziamo in anticipo il Ceo della società portoghese per la volontà di fare chiarezza e per la disponibilità dimostrata.